Se l’udito non funziona, lascia spazio a demenza e depressione

Il mancato uso di protesi acustiche aumenta la probabilità di demenza (+21%) e, negli uomini, di depressione (+43%). Non solo: il calo dell’udito non trattato può far aumentare del 28% il rischio di non riuscire a svolgere le attività quotidiane più semplici come mangiare, vestirsi o fare la doccia.

A queste conclusioni è arrivato uno studio internazionale, pubblicato a gennaio su The Journals Of Gerontology, che sarà presentato al Parlamento Europeo in occasione del World Hearing Day 2018, il prossimo 3 marzo.

Lo studio ha coinvolto oltre 3.500 persone osservate per 25 anni: «I dati raccolti non solo confermano la tesi dell’esistenza di un legame tra ipoacusia, depressione e deficit cognitivi, ma introducono anche un nuovo elemento» commenta Alessandro Martini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e organi di senso e professore di Otorinolaringoiatria all’Azienda ospedaliera Università di Padova. Cioè, appunto, un rischio maggiore di non riuscire più a svolgere le semplici attività quotidiane. Secondo l’esperto, dunque, è «fondamentale intervenire il prima possibile, facendo un controllo dal medico e ricorrendo in caso di bisogno a protesi acustiche».

Nonostante i rischi legati al mancato trattamento dei problemi di udito, però, sono relativamente poche le persone che utilizzano soluzioni acustiche. In Italia, per esempio, su 7 milioni di persone con un calo uditivo, 5 milioni non usano un apparecchio acustico.

“Cuffiette” sotto accusa. Si stima che in Europa oltre 4 milioni di persone abbiano un danno uditivo causato proprio da un uso scorretto delle “cuffiette”, per troppo tempo e a volume troppo alto. «Oltre a evitare di usare gli auricolari per periodi di tempo prolungati – avverte Martini – è bene stare distanti da altoparlanti e casse musicali e rivolgersi a un medico specialista in caso di fastidio persistente dopo essere stati in un ambiente rumoroso.

Per chi utilizza le protesi acustiche è consigliabile recarsi periodicamente dal proprio audioprotesista per un controllo del dispositivo e regolarlo sulla base delle esigenze del momento».

 (Fonte :http://www.healthdesk.it)

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